Con il termine “scapola alata” si definisce un assetto anomalo della scapola, in cui il margine mediale risulta sollevato rispetto al piano toracico. La scapola alata può essere monolaterale oppure bilaterale con forme più o meno gravi che dipendono dalle cause che l’hanno provocata.
Cenni di anatomia
Prima entrare nel dettaglio della scapola alata, vediamo qualche dato anatomico. La scapola, date posizione e conformazione, è a contatto con la gabbia toracica, con la clavicola e con l’omero. Insieme a quest’ultimo forma il cingolo scapolo-omerale (CSO). I muscoli che interessano maggiormente questa zona sono gli stabilizzatori della scapola:
- trapezio
- gran dorsale
- romboide
- gran dentato
- elevatore della scapola
- piccolo pettorale
Questi muscoli lavorano con una tale sinergia che consentono al braccio di muoversi nello spazio. Quando uno o più muscoli non sono perfettamente coordinati ecco che si viene a creare una anomalia del movimento scapolare. Se la scapola perde la sua posizione originale il suo rapporto con le altre strutture muscolo-scheletriche viene modificato, allora può insorgere il problema della scapola alata.
A essere maggiormente colpiti da questo problema sono i ragazzi tra i 12 e 15 anni, momento della vita in cui il processo di crescita strutturale è maggiormente attivo. Tuttavia anche gli adulti possono presentare questa situazione.
Le cause della scapola alata
Le cause della scapola alata possono essere congenite, dovute a problemi di tipo nervoso o di instabilità articolare:
- Deformità di Sprengel. E’ una malattia congenita che consiste in un’alterata posizione anatomica della scapola poiché non va a collocarsi nella sua normale sede.
- Sindrome di Parsonage-Turner. Di origine idiopatica, per lo più colpisce giovani adulti tra i 30 e 50 anni. Si manifesta con una sintomatologia derivante dalla infiammazione del plesso brachiale.
- Patologia del nervo toracico lungo. Il nervo può essere facilmente danneggiato poiché è molto più vulnerabile rispetto agli altri nervi del plesso brachiale
- Patologia del Nervo Accessorio Spinale. Una lesione di questo nervo comporta la paralisi del trapezio.Questo si attiva nel sollevare e ruotare la scapola. Infatti, viene utilizzato principalmente per alzare le spalle. Di conseguenza, una sua lesione può essere molto invalidante.
- Perdita di meccanismo sospensivo scapolare. La scapola è collegata alla clavicola per mezzo dell’articolazione acromion/claveare. L’articolazione, ed i rispettivi legamenti, rappresentano gli unici punti di ancoraggio della scapola al resto del corpo. Lesioni di questi legamenti e/o una frattura della clavicola comportano una modificazione del ritmo scapolare, soprattutto nell’elevazione del braccio sopra la testa.
- Instabilità. Rappresenta una delle cause più frequenti. L’instabilità determina un anomalo funzionamento di tutto il complesso muscolare della spalla e, di conseguenza, della scapola.
- Dolore. In caso di dolore, il corpo reagisce sempre creando compensazioni che possono modificare l’assetto muscolo-scheletrico.
- Scoliosi
- Dorso curvo
Cosa può fare il Pilates in caso di scapola alata
Alla luce di quello che abbiamo appena detto, una buona rieducazione del CSO può essere un rimedio al problema della scapola alata. Nel Pilates la stabilizzazione del CSO ha una posizione di rilievo quindi molti esercizi sono basati sul controllo delle spalle in generale. Oltre al coinvolgimento della Powerhouse, quello delle scapole e i relativi muscoli favorisce l’auto allungamento durante gli esercizi. Molte sequenze per la parte superiore del corpo hanno lo scopo di migliorare l’apertura delle spalle ed evitare l’insorgere della scapola alata. Il rinforzo dei muscoli dorsali, la mobilità articolare e l’allungamento dei pettorali permettono infatti di mantenere le scapole nella corretta sede.
Il Pilates prevede molti esercizi specifici per le scapole eseguibili a corpo libero, con piccoli attrezzi o con le macchine. In tutte le modalità il focus viene portato sull’abbassamento delle scapole che innesca il meccanismo di stabilizzazione. Così facendo, le spalle ritrovano la loro naturale apertura vincendo quindi la posizione assunta a causa della scapola alata.
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