Nel Pilates l’appoggio plantare e il piede sono molto importanti. In questo articolo capiremo meglio la loro importanza.
Il piede
La struttura del piede può essere considerata un vero e proprio capolavoro. In uno spazio estremamente piccolo si concentrano 26 ossa, 33 articolazioni, 114 legamenti, 20 muscoli e 250.000 ghiandole sudorifere.
Possiamo dividere il piede in 3 parti:
- avampiede: formato dalle dita e dai metatarsi;
- mesopiede: formato dalle ossa che si trovano in mezzo al piede;
- retropiede: la parte terminale, di cui il calcagno è il pilastro;
Le informazioni che derivano dall’appoggio plantare costituiscono una delle informazioni più concrete derivate dal mondo esterno. I dati inviati dai recettori podalici al nostro cervello, permettono un’analisi utile a garantire l’equilibrio. Grazie all’elaborazione di questi dati il sistema muscolo-scheletrico sarà in grado di attuare schemi posturali di compensazione quando necessario.
Piede e postura
In posturologia sono state descritte quattro tipologie di piede:
- Piede causativo, responsabile dello squilibrio posturale. Le cause possono essere acquisite (traumi), congenite (piedi piatti, cavi ecc..) o iatrogene (derivate da solette o scarpe ortopediche).
- Piede adattativo. Conseguenza dell’adattamento del piede a problemi e squilibri che hanno origine nella parte superiore del corpo (cause discendenti).
- Piede misto. Associa una componente adattativa a una causativa.
- Piede a doppia componente, in statica si presenta come un piede piatto, varo o disarmonico ma in dinamica rivela un anomalo svolgimento del passo.
Statisticamente più del 70% dei soggetti presenta piedi misti o a doppia componente. Molto spesso, queste problematiche sono il risultato di adattamenti provenienti dai distretti superiori o di altri recettori posturali.
L’aiuto del Pilates
Uno dei primi step in un percorso Pilates è l’approccio a un corretto appoggio plantare. Percepire bene il triangolo d’appoggio del piede favorisce l’assetto posturale e l’allineamento tra i segmenti corporei. I tre punti di riferimento che compongono i vertici del triangolo plantare sono utilizzati come “ventose” di ancoraggio al suolo. Inoltre, la propulsione che deriva dall’appoggio plantare permette al peso corporeo di distribuirsi uniformemente. Allo stesso modo, anche in posizione supina o seduta, la spinta plantare garantisce la stabilizzazione del bacino rispetto alla colonna vertebrale. Questa attenzione fa sì che l’auto-allungamento venga favorito in ogni posizione.
Gli esercizi mirati al miglioramento dell’appoggio plantare possono essere eseguiti a corpo libero, con piccoli attrezzi o sulle grandi macchine. Praticare Pilates può portare a buoni risultati grazie a specifici protocolli di lavoro che uniscono mobilità, allungamento ed equilibrio.
Sulla piattaforma Padlet abbiamo creato una nostra raccolta di video lezioni #pilatesincasa, fatta e pensata per il periodo marzo/aprile 2020. Vai a dare un’occhiata!